13 marzo 2010

SushiSpritz



Il ready-to-drink è un argomento tabù, soprattutto per gli operatori del settore. Spesso e meritatamente messo alla gogna. Il mercato è stato invaso da bottiglie di cocktail pronti all'uso. Spesso la qualità del prodotto era ben distante dai cocktail preparati dal nostro barman di fiducia. Nell'imbottigliamento industriale la ricetta viene manipolata e stravolta dalla chimica: conservanti, antiossidanti, estrogenati, aromi di frutta da sintesi chimica.... e molto ancora, incidevano negativamente sul prodotto finale, cambiandone il gusto. Ho fatto il barman per oltre 15 anni, dopo vari test ho sempre evitato lavorare questi prodotti. Quando ho visto lo SpritzOne mi sono detto: "Ecco qua un'altra schifezza!" e per pura educazione ho assaggiato il bicchiere che mi avevano offerto. Con l'atteggiamento di un bambino davanti ad uno schifido sciroppo per la tosse, mi accingo a mandar giù l'amaro calice... ed invece con inaspettata sorpresa era buono! molto buono. SpritzOne non sostituirà mai il barman. Comunque, lo trovo utilissimo per i locali che non hanno un barman professionista sempre presente. Per la banchettistica, ottimo starter per un ricevimento, a casa per un happy hour con gli amici, magari prima di cena. Questo prodotto ha risvegliato in me il piacere del barman curioso e così, con l'assistenza di amici e colleghi Giovanni Bucaioni e Federico Ricci, abbiamo creato il SushiSpritz (nella foto). Dopo varie prove, come piccoli alchimisti abbiamo trovato i dosaggi giusti per portare allo stato solido un cocktail. Tra le nostre cavie ed avventori dell'Orange Bar dell'Hotel Genova a Roma chi lo ha assaggiato, è rimasto piacevolmente soddisfatto. Si accettano commenti.
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